CAMELIA (Camellia Sinensis e Camellia Japonica)
Camelia, bellezza da sorseggiare o da ammirare?
Ecco una pianta conosciutissima che non poteva certo mancare in questa rubrica di bellezze primaverili!
Se chiederete ad una persona che non si intende minimamente di piante ” dimmi tre nomi di piante da fiore”,come risposta avrete :” Geraneo” “Azalea”e quasi sicuramente il terzo nome sarà la Camelia!
Andiamo quindi a scoprire qualcosina in più su questa conosciutissima pianta che troviamo in tantissimi giardini e che forse riserva qualche curiosità che molti non sanno.
La Camellia è originaria del sud/sud-est asiatico e anche se oggi la possiamo trovare in tutto il mondo è una pianta che predilige un clima tropicale sub- tropicale, pur sopportando abbastanza bene le temperature rigide. Appartiene alla famiglia delle Theaceae, genere Camellia ed una serie di specie veramente numerose, tanto da indurmi ad analizzare soltanto le tre più comuni di tutte le specie esistenti e cioè la C. Sinensis, la C. japonica e la C. Sasanqua (quest’ultima nella rubrica delle piante autunnali)
Camellia Sinensis
La Camellia Sinensis è forse la meno conosciuta da tutti noi e al tempo stesso la più sorseggiata! Dovete infatti sapere che è proprio dai germogli più teneri di questa specie di camellia che deriva la tanto nota bevanda del tè. All’origine dei diversi tipi di tè (tè verde, tè nero, ecc..) c’è sempre la stessa pianta, infatti i vari preparati vengono ottenuti grazie al differente trattamento che subiscono le foglie dopo la raccolta, oltre che dal loro diverso stadio di “maturazione”.
La Camellia Sinensis è una acidofila sempreverde molto simile alle camellie che troviamo nei nostro giardini. IL suo naturale portamento la farebbe crescere anche oltre i cinque metri di altezza, ma per ovvie ragioni legate alla comodità di raccolta vengono allevate come cespugli non più alti di due metri. Le sue foglie sono di un verde lucente e hanno il bordo dentellato, i fiori sono bianchi o gialli e molto semplici. Altro derivato da questa pianta è l’olio, ottenuto mediante la spremitura dei semi, quest’ultimo trova il suo impiego in cucina ma anche in molti altri modi ed è usato per la produzione di saponi, lubrificanti, vernici ecc..
In passato sono state effettuate delle prove di coltivazione della Camellia Sinensis anche in Italia e particolarmente nel nord, tuttavia la coltivazione a scopo produttivo di questa pianta è stata abbandonata a causa delle scarse qualità che presentava il prodotto ottenuto rispetto alle esigenze ed alle richieste del mercato.
Camellia japonica
Parliamo adesso della Camellia Japonica che fa la sua bella presenza in molti dei nostri giardini ed è decisamente una pianta da non sorseggiare, ma bensì da ammirare!
La Camellia Japonica è anch’essa una pianta appartenente alla famiglia delle Theaceae, genere Camellia e alla specie appunto Japonica. Anch’essa è un’acidofila sempreverde dal fogliame verde scuro e lucente, la sua bellezza raggiunge il culmine nella stagione primaverile quando esplode con una miriade di fiori dalle più svariate tonalità, dal bianco al rosso passando per tutte le tinte di rosa con molte varietà che presentano fiori screziati.
Come per la Camellia Sinensis anche la Japonica è una pianta originaria di zone con clima tropicale, tuttavia non ha difficoltà ad adattarsi bene alle temperature un po’ rigide dei nostri inverni. E’ una pianta con portamento arbustivo e raggiunge tranquillamente sei metri di altezza e un diametro di quattro(in natura alcune varietà di Camellia raggiungono anche i quindici metri di altezza) quindi se pur abbastanza lenta nella crescita bisogna considerare bene il suo sviluppo onde evitare poi una potatura troppo drastica.
E’ anche vero però che vediamo arbusti di Camellia tenuti in vasi o piantati in piena terra e potati regolarmente per poter mantenere una forma ed un altezza controllata, quindi se si volesse allevarne una un po’ più piccola delle misure indicate prima è possibile. Per quanto riguarda le piante in vaso si deve avere l’accortezza di usare del terriccio per acidofile, quindi torba miscelata con pomice per una miglior porosità e drenaggio del terriccio, e ricordarsi ogni due o tre anni di cambiare il vaso oppure, se si è raggiunta la capienza massima, svasare la pianta e rinnovare il substrato rimuovendo o scarificando parte dell’apparato radicale, non dimenticando di ridurre contemporaneamente anche la parte aerea. La potatura deve essere effettuata dopo la fioritura, in modo che la pianta abbia il tempo di produrre dei
rametti nuovi che portino il fiore l’anno successivo. Anche le concimazioni sono importanti sia per le piante in piena terra e ancor più per quelle in vaso e, vanno effettuate almeno un paio di volte l’anno nel periodo pre-fioritura e autunnale; se si vuole è possibile anche sciogliere un po’ di concime liquido per fiori nelle innaffiature delle piante in vaso. La Camellia anche se proviene da un clima piovoso come quello tropicale non tollera il ristagno idrico, che ne può provocare il marciume delle radici e di conseguenza la morte. Per il resto dal punto di vista delle avversità non esistono particolari malattie che infastidiscono questa pianta.
Come dimenticare poi che proprio le zone dei laghi del nord italia sono diventate famose un tempo, e lo sono ancor oggi, per la coltivazione e la commercializzazione delle piante acidofile quali azalee, rhododendro e soprattutto la Camellia.
A testimonianza oggi di una tradizione antica di queste coltivazioni sono i magnifici parchi delle ville del lago maggiore che nelle loro primavere ci regalano immagini davvero suggestive (es. Villa Taranto).
E chissà magari proprio in quegli anni di cultura e passione per il verde, nel contesto di un romantico giardino all’italiana, si saranno forse ritrovati i signori di quei tempi a sorseggiare un raffinato tè magari proprio sotto le fronde in fiore di una bellissima camellia!