IBISCO ( H. Syriacus, H. Rosa-sinensis, H. Moscheutos, H. militaris )
Il fiore che forma le tipiche ghirlande delle Hawaii…
Hibiscus Syriacus
Eccoci arrivati ad una pianta che sicuramente in qualche vaso o giardino avrà attirato la vostra attenzione per la sua fioritura durante il periodo estivo.
Al genere Hibiscus appartengono circa trecento specie diverse tra loro per portamento, sviluppo e resistenza alle temperature. Le specie che descriveremo qui di seguito saranno soltanto quattro e sono quelle più facilmente reperibili nei punti vendita delle nostre regioni. Il primo, e a mio parere anche quello più diffuso, è l’Hibiscus Syriacus.
Questa pianta appartiene alla famiglia delle Malvaceae, genere Hibiscus e in questo caso appunto la specie H. Syriacus.
Come detto in precedenza le specie di questo genere sono davvero molteplici e le loro origini ci possono ricondurre in diversi continenti del globo, dal sud America fino alla Cina ma soprattutto all’Asia. L’Hibiscus Syriacus è una specie che troviamo molto facilmente collocata in piena terra nei nostri giardini proprio per via della sua resistenza alle basse temperature (sopporta fino a meno quindici gradi sotto lo zero ).
Tuttavia l’inverno non è di certo la stagione in cui noteremo questa pianta, infatti è una caducifoglia e nel periodo invernale si presenta come un arbusto secco e legnoso. In primavera emette delle foglie ovate dal caratteristico margine dentato trilobato di color verde chiaro. Il periodo sicuramente più interessante per osservare questa pianta è l’estate, infatti a partire dai mesi che seguono la primavera sino a settembre produce una vera e propria quantità di fiori in abbondanza, i quali non durano molto tempo (massimo due giorni ) ma si susseguono con una cadenza regolare e continua che attraversa appunto tutta la stagione calda. I fiori si presentano come dei piccoli imbuti semplici o anche doppi in alcune varietà più decorative. I colori spaziano dal viola, lilla, rosa, bianco, rosso e alcune varietà con “l’occhio” del fiore di un colore viola intenso ed il margine bianco o rosa, ma anche viola più chiaro. Questa
pianta con i suoi quattro metri massimo di altezza per due di larghezza non raggiunge dimensioni tali da poter essere esclusa anche dai giardini di più piccole dimensioni, tuttavia è possibile mantenerla anche più contenuta tramite le potature che vanno eseguite nella stagione invernale. Durante il periodo vegetativo invece le operazioni che si possono eseguire si limitano alla sola pulizia dei fiori appassiti e nel caso ce ne fossero, anche all’asportazione di rami secchi.
La forma che assume spontaneamente è quella di arbusto ramificato dalla base anche se è abbastanza diffusa la forma ad alberello che lo vede impiegato per lo più in contesti di arredo urbano.
Per quanto riguarda la tipologia di terreno nella quale mettere a dimora l’Hibiscus Syriacus non dobbiamo farci troppi scrupoli, in quanto non gradisce solamente i terreni con ristagno idrico, pur essendo una pianta che ama essere irrigata regolarmente (specialmente se coltivata in vaso ). Ad eccezione di quest’ultimi lo vedremo prosperare benissimo in quasi tutti i posti dove proveremo a piantarlo. Unico accorgimento che dovremmo avere è quello di riservargli un posto che gli garantisca una buona parte della giornata con esposizione ai raggi del sole; se ciò non dovesse avvenire il solo inconveniente in cui potremmo incappare è una fioritura meno abbondante. Ottimo a mio avviso anche l’utilizzo di questa pianta come siepe nel proprio giardino.
Per esperienza personale poi posso garantirvi che se proverete a piantare una di queste piante in una zona remota del giardino, magari all’interno di un aiuola dove al di sotto della sua chioma non si passi con il tagliaerba, noterete nascere una consistente quantità di piccoli Hibiscus al piede della pianta madre ma anche in zone più o meno distanti da essa. Questo è dovuto alla strepitosa capacità di germinazione ed anche alla notevole quantità di semini prodotti dall’Hibiscus; quest’ultimi fuoriescono dai frutti che giunti in inverno seccano e si aprono in diverse spaccature lasciando cadere al suolo una moltitudine di piccoli semini.
Hibiscus Rosa-sinensis
Passiamo ora ad un altra specie molto diffusa che appartiene a questo genere e cioè l’Hibiscus Rosa-sinensis. Come il precedente Hibiscus anch’esso appartiene alla famiglia delle Malvaceae ed al genere Hibiscus. La principale differenza che contraddistingue queste due specie è però la rusticità, infatti quest’ultimo non resiste alle temperature rigide degli inverni che caratterizzano le regioni del nord Italia ad esempio. La sua coltivazione in queste aree pertanto è possibile solamente in vaso, così da permetterne il ricovero in ambienti più miti durante la stagione invernale. Come portamento questa pianta è molto similare al Syriacus in quanto anche questo Hibiscus ha uno sviluppo arbustivo con dimensioni di poco inferiori al suo parente e fiorisce nella calda estate. Per quanto riguarda le dimensioni delle piante coltivate in vaso non potremmo di certo paragonarle con quelle di una pianta a dimora in piena terra che senz’altro sarà più vigorosa.
Con un semplice colpo d’occhio possiamo distinguere l’H. Rosa-sinensis dall’ H. Siriacus grazie alle foglie che sono di un verde molto più scuro e lucido, anche le dimensioni di quest’ultime sono poi maggiori rispetto all’altro ed il fogliame non è caduco ma persistente. Tuttavia potremmo notare un parziale defogliamento durante il mese invernale specialmente se lo ricoveriamo in un ambiente con luminosità e temperature non adeguate. Il luogo ideale per protegger l’Hibiscus nei mesi freddi corrisponderebbe ad un locale luminoso, come potrebbe esserlo una veranda a vetri, ed una temperatura costante che sia intorno agli otto/dieci gradi. La parte sicuramente migliore di questa pianta è il fiore che come dimensioni ma non come colori a mio parere è inferiore soltanto all’H. Moscheutos che vedremo di seguito. I colori dei fiori di questa varietà infatti sono
davvero degni di nota e vantano una scala che parte dal rosso vivo, al giallo, un bel rosa carico, l’arancio ed infine il bianco. Se non abitiamo in una regione con clima mite, dove potremmo tranquillamente coltivare questo Hibiscus in giardino, allora dovremmo premunirci di un bel vaso capiente ( se poi fosse in cotto tanto meglio ) e rinvasarlo con un terriccio soffice e ben drenante. Questo può essere ottenuto miscelando della semplice perlite con un terriccio per piante da appartamento, ambe due le cose sono molto semplici da reperire in qualsiasi garden-center. Per quanto riguarda invece il lato delle innaffiature non dobbiamo essere per nulla parsimoniosi nel dargli acqua e concime durante la stagione calda avendo altrettanto cura che non vi sia mai un ristagno idrico, il quale farebbe soffrire non poco la pianta. Come per tutte le piante queste innaffiature vanno poi diminuendo nel periodo invernale ma mai dimenticate, in quanto la pianta rallenta i suoi metabolismi, ma mantiene sempre una attività vegetativa.
Hibiscus Moscheutos / Palustris
Ecco una pianta che aldilà della diatriba sul suo nome, chi dice Moscheutos Subsp. Palustris oppure soltanto Palustris, a noi interesserà per una cosa soltanto : ” il suo magnifico fiore “
Ebbene ho voluto cominciare il paragrafo in questo modo perché per me fino a poco tempo fa questo ibisco era semplicemente un Hibiscus Palustris, facendo poi una ricerca sul web per approfondirne un pochino le conoscenze salta fuori che ne esco con le idee più confuse di prima…
Come detto però andiamo ad indagare soltanto la parte che più merita di essere descritta e cioè la fioritura. Questa specie di ibisco può essere coltivata sia in vaso che in piena terra dove come sempre da i risultati migliori. Sviluppa dei fusti semi legnosi che in primavera emergono dal terreno e possono arrivare ( in condizioni ottimali ) ad un altezza di due metri. Le foglie sono di un color verde chiaro dalla forma tondeggiante leggermente appuntita. Questi fusti si rigenerano tutti gli anni dal ceppo di radici che permane protetto dal gelo nel sottosuolo, infatti tutti gli anni dovremmo procedere al taglio degli steli che una volta giunti in autunno seccano completamente, agendo con un taglio a pochi centimetri dal suolo. In quasi tutti i testi e del resto come suggerisce il nome Palustris ho trovato questa pianta descritta come una “grande assetata “che ha bisogno di irrigazioni frequentissime, di zone umide o addirittura chi la consiglia come pianta acquatica che deve rimanere quasi sommersa fino al colletto. Effettivamente nelle zone del centro italia dove sarebbe spontaneo nasce proprio nell’alveo dei fiumi ed in corrispondenza comunque di zone umide. Per la mia poca esperienza personale ho usato questa pianta in aiuole dove il terreno non era certo umido, e talvolta al contrario sassoso ed un poco arido (come nella realizzazione dell’aiuola nella foto a sinistra con l’Hibiscus rosso) e devo dire che i risultati sono sempre stati eccellenti nonostante le condizioni erano davvero diverse da quelle definite nei testi come ottimali. Tuttavia la trovo una pianta davvero facile da coltivare e per le cure che ci richiede i risultati sono davvero generosi! I colori dei fiori sono limitati al bianco, bianco sfumato di rosa, il rosa più o meno intenso ed il rosso, tenuto conto della dimensione dei fiori ( quasi trenta centimetri di diametro ) direi che un posticino in qualche aiuola lo merita di certo.
Hibiscus Coccineus
Anche questa specie di Hibiscus ha creato molta confusione sulla sua nomenclatura. Alla fine di parecchie ricerche ho prediletto la pista che portava alla nomenclatura sopra indicata e cioè H. Coccineus ( fino a poco tempo fa lo avrei chiamato H. Militaris ) come peraltro lo troverete nominato da molte fonti se proverete a cercarlo nel web. Ma tralasciando diatribe inutili descriverei un pochino questa pianta che per molti versi ci ricorda l’H. palustris sopra descritto. Questa specie infatti produce dei fusti semi legnosi che raggiungono i due metri di altezza e come l’altro seccano con l’arrivo della stagione invernale per poi rigenerarsi di nuovo con l’arrivo della primavera. La differenza principale sta nel fiore e soprattutto nel fogliame che ricorda moltissimo quello della canapa! Le foglie poi possono anche assumere una colorazione più rossastra specialmente se sono più esposte alla luce del sole. Il fiore è di dimensioni ragguardevoli (18/25 cm ) ed è composto da cinque petali ben
separati tra loro ed un lungo pistillo al proprio interno. La fioritura di questo Hibiscus si manifesta nei mesi estivi ed io personalmente ho sempre avuto soltanto piante con fiori rossi, anche se pare che ne esistano varietà di colore bianco come testimonia la foto qui sopra. Anch’esso nasce spontaneo in zone umide e sebbene molti lo considerino quasi come una pianta acquatica che cresce perfino con le radici sommerse sotto il livello dell’acqua suppongo sia più prudente piantarlo in un terreno fresco ricco di sostanza organica, non facendogli mancare frequenti irrigazioni anche abbondanti specialmente nel periodo estivo ed in particolar modo nel caso in cui la coltivazione fosse in vaso.
Detto ciò non credo che ci siano più segreti che vi possano trattenere dalla voglia di provare a piantare una di queste magnifiche piante nel vostro bel giardino. Sono anche pronto a scommettere sul fatto che su qualsiasi delle quattro specie appena descritte cadrà la vostra scelta sarà un successo sorprendente che darà molte soddisfazioni anche a chi non ha il tanto sospirato “pollice verde”!
P. S. Proprio questa estate mi sono imbattuto in una coltivazione del tutto casuale di una piantina nuova. Quest’ultima si è rivelata essere a mia insaputa e relativa sorpresa un Hibiscus. Dico sorpresa per il semplice motivo che questa pianta l’ho messa nell’orto ( foto accanto ) insieme a pomodori e zucchine proprio perchè mi è stata data come pianta da “frutto” tropicale che produceva una sorta di cornetto verde allungato. Con una ricerca sul web ho poi scoperto che si trattava di una varietà di Hibiscus, ed il fiore ne è una testimonianza. Comunemente viene chiamata Okra oppure Gumbo. La piantina in se era molto carina ed ha prodotto una moltitudine di fiorellini con relativi cornetti; per quanto riguarda l’uso di quest’ultimi in cucina, mi è rimasta qualche perplessità! Non vi dico altro e se sarete così curiosi ed altrettanto audaci da trovarne una sarà un mio piacere raccogliere vostre informazioni su come e se ne avrete fatto uso!